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Era in fuga ormai da una settimana, affamato, con la gola secca, i suoi occhi erano infossati e il suo colorito era ormai ceruleo, tanto la stanchezza si era impossessata del suo corpo. Mentre strisciava lungo il muro scalcinato di uno degli ultimi depuratori rimasti in città, Gary si rese conto di avere i vestiti completamente strappati e, cosa più grave, di non avere più le energie sufficienti per un altro giorno di cammino. In corpo aveva la forza per fare ancora qualche metro, ma due cose gli erano chiare: non era lontano dalla meta e non voleva cedere alla stanchezza proprio in quel momento, a due passi dal traguardo, prima di aver portato a termine il suo piano. Certo, eludere i sensori dei nuovi segugi meccanici di Inforex non era stato affatto facile e la “missione”, come lui la chiamava, doveva essere portata a termine senza esitazioni. Da quando Inforex aveva preso il potere negli Stati uniti, nulla era più come prima e gli uomini di Calvin City non potevano neppure più chiamarsi cittadini, ma sudditi.

Sopravvivere - 2

Da quando Inforex aveva preso il potere negli Stati uniti, nulla era più come prima e gli uomini di Calvin City non potevano neppure più chiamarsi cittadini, ma sudditi. Quegli spietati assassini avevano creato le più sadiche tecniche di controllo e repressione che ora Gary stava sperimentando proprio sulla propria pelle: tra la scapola e la clavicola pulsava nel suo corpo un microchip sottocutaneo che, prima di arrivare sul luogo della missione, doveva assolutamente disinstallare per potersi finalmente liberare da quei maledetti segugi meccanici che da giorni non gli davano tregua seguendo implacabili le sue tracce digitali; il chip era un “regalo” seguito all’ultimo arresto avvenuto qualche tempo prima e lo avrebbe reso rintracciabile dai robot persino su Marte. Per eliminare il problema doveva solo trovare uno scanner a raggi x a bassa intensità, di quelli in dotazione sulle macchine da lavoro, modificarlo, come lui sapeva fare, e finalmente rendersi libero. Come spesso accade agli audaci, la fortuna sembrò essere dalla sua parte. Nei pressi del depuratore, a pochi metri dalla sua posizione, Gary intravide sotto mezzo metro di polvere, detriti e spazzatura quella che sembrava essere una vecchia trivella idraulica che un tempo serviva a pompare la poca acqua rimasta dal terreno alle cisterne pubbliche. Quegli enormi mezzi dalla forma goffa, da elefante, di solito montavano uno scandaglio a raggi x e in effetti il bestione non faceva eccezione. Strisciando sotto un cancello arrugginito come un felino affamato, Gary raggiunse il mezzo e con l’abilità di un ladro professionista staccò dalla plancia il dispositivo x-ray scan, inserì i cavi nel suo ElectroLock per la forzatura dei codici di accesso et voilà, il gioco era fatto!

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Quando due minuti dopo passò il laser sulla clavicola per togliere l’intruso dal proprio corpo, il dolore gli sembrava insopportabile, ma Gary mantenne la calma, estrasse il chip di localizzazione, lo buttò in un canale di scolo a qualche metro di distanza e si rimise in fuga. Era tempo di trovare un riparo per la notte, perché nell’oscurità i visori dei robot lo potevano identificare più facilmente sfruttando i sensori ultravioletti piazzati nella loro scatola cranica di acciaio. Ma anche Gary aveva il suo asso nella manica, con un radar portatile riusciva a distinguere la provenienza di onde elettromagnetiche anomale sprigionate da alcuni edifici che, grazie alla tecnologia elusiva chiamata “shield” in voga tra i migliori programmatori di Inforex, erano praticamente invisibili allo sguardo umano. Erano delle stazioni di stoccaggio energetico, delle vere e proprie centrali di accumulo che servivano ad alimentare lo smisurato esercito di robot della dittatura, ma non solo: erano anche il luogo migliore per cercare di non morire congelati nel gelo dell’inverno post-apocalittico del 2070. Nelle notti molto fredde come quella non era difficile per un hacker esperto come Gary individuare una stazione, ed egli riuscì nell’impresa in meno di un minuto: la centrale più vicina era a circa mezzo chilometro dalla sua posizione. Ormai stremato, raccolse tutte le sue forze e riuscì a raggiungere il nascondiglio. Arrivato nei pressi dell’accumulatore, si addormentò immediatamente dopo aver piazzato alcune talpe-allarme intorno al rifugio. Il tepore sprigionato dalle enormi batterie lo avvolse in un attimo e le sue palpebre caddero come i coperchi di una bara.

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All’alba del giorno dopo Gary aveva recuperato le energie necessarie per rimettersi in cammino e senza esitare, attingendo alle ultime scorte di cibo liofilizzato che aveva messo nello zaino, si mise in movimento con la consueta rapidità e attenzione. Dalla periferia est di Calvin City, che ormai era una pianura desolata punteggiata qua e là di case abbandonate o abitate da qualche reietto della società, Gary raggiunse in breve tempo la zona della “Grande distribuzione alimentare”, facendosi strada nel gomitolo di vie caotiche di quello che un tempo, prima del grande imbroglio con cui Inforex aveva preso il controllo della società, era il quartiere digitale frequentato da hippie e figli di papà in cerca di avventure immersive negli anfratti più bui della rete. Il piano di Gary era rischioso, ma studiato nei dettagli; se avesse avuto successo il suo nome sarebbe finito nella lista dei ricercati più pericolosi del regime, ma il popolo di Calvin City, e forse quello di tutti gli Stati uniti, gli sarebbe stato grato a vita. L’idea era di accedere e hackerare la banca dati della “Grande distribuzione alimentare”. Questa distribuzione, collocata in un grande e tentacolare edificio al centro della città, era spacciata dal regime come l’unica in grado di permettere agli abitanti di sopravvivere dopo la Grande carestia. Ogni giorno migliaia di uomini e donne si assiepavano nei dintorni di quello che una volta era stato un mercato coperto e tramite chip sottocutaneo avevano accesso a una razione standard di poltiglia grigiastra che era da almeno vent’anni l’unico alimento disponibile per la massa povera e degradata dei cittadini: un disgustoso prodotto di laboratorio che dopo la presa del potere di Inforex era l’unica cosa che gli esseri umani poveri di Calvin potevano trangugiare.

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Gary, tuttavia, era al corrente che questa era solo l’ennesima messa in scena di Inforex; alcune fonti anonime, ma affidabili, con cui era venuto in contatto in svariate incursioni nel cyberspazio gli avevano riferito che il cibo disponibile esisteva, ma era ammassato in enormi magazzini protetti da robot e nascosti grazie alla tecnologia Shield. Nel raggio di duecento chilometri, infatti, vi era una massa di cibo e acqua ben conservati che provenivano da zone remote e spopolate in cui la terra, da tempo inerte, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie agrarie aveva ricominciato a produrre. Ecco allora il piano di Gary: entrare in possesso di queste informazioni e usarle per combattere Inforex spazzando via il velo di rassegnazione della massa impoverita dei reietti Calvin City, di cui lui stesso faceva parte e che passava in fila alla Distribuzione ogni santo giorno per non morire di fame. L’unico modo per aver accesso al database delle informazioni era però tutt’altro che semplice: una volta raggiunto il mercato coperto doveva hackerare il sistema Intranet della struttura con il suo fidato ElectroLock, creare un buco nel sistema di sicurezza da cui poi entrare una volta connesso in rete, trovare un posto abbastanza riparato dove connettersi e sferrare l’attacco, portando poi in salvo la pelle, digitale e reale, prima di essere individuato da cybersicurezza e segugi d’acciao. Non era certo uno scherzo da ragazzi, ma valeva la pena di rischiare perché la posta in gioco era molto alta: una volta presi i file Gary poteva rientrare nel cyberspazio e informare tutti riguardo a quello che stava succedendo non solo a Calvin City, ma in tutti gli Stati uniti e chissà dove sul pianeta.

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